Come mai un giudice – autore di un romanzo che può fregiarsi della prefazione di Domenico Gallo, un insigne magistrato già senatore nella XII legislatura ed è arricchito dalla postfazione di Armando Spataro, altro illustre magistrato attualmente procuratore della Repubblica di Torino – richieda a uno psicoanalista a lui sconosciuto di fare una lettura psicoanalitica del suo romanzo, è quello che i lettori scopriranno nello scritto di Amedeo Caruso che conclude il libro di Roberto Oliveri del Castillo, magistrato che opera nel distretto di Bari.
Si respira ancora l’aria del famoso caso del Diario di un giudice di Dante Troisi, che costrinse l’autore, un giudice anche lui, alla censura? Correvano allora gli Anni Cinquanta. Nel 1973, lo stesso giudice Troisi si trovò ad essere imputato in un altro procedimento disciplinare insieme a due colleghi. Si dimise dalla magistratura nell’ottobre 1974. Leggetevi come e perché nella postfazione a Diario di un giudice (da poco ristampato) di Andrea Camilleri. Ma siamo ormai in un nuovo secolo, oltre sessant’anni dopo quella triste storia sospesa tra letteratura e giustizia. Quale ruolo ha la psicoanalisi nell’esercizio della giustizia e nella comprensione delle azioni degli esseri umani? Dopo il convegno Psiche e Giustizia del Centro Studi Psiche Arte e Società, questo scritto aggiunge un capitolo ulteriore per un migliore dialogo tra avvocati, giudici, psicologi, psicoanalisti, medici e politici. Dov’è Dike conviene sempre che ci sia anche Psiche.