Recensioni – Le Stanze dei Sogni

Un dialogo costruito sui sogni-racconti degli spettatori che assistono allo spettacolo come in work in progress, una finestra sul profondo dove s’incontrano verità e visioni, tracce mistiche e scene di vita, incubi e sprazzi di illusioni. Ma se d’immaginario si tratta è un sentire borgesiano, finzione, dubbio amletico e domande eterne sulla vita e sulla morte; sogno karmico come possibilità di nuove aperture, sogno per eccellenza, cinematografico, alla Hitchcock. Fa da fondale una suggestione creata da stanze giocate su pannelli di klimtiana e magrittiana memoria… e Sabelli coinvolge il pubblico anche grazie alla bravura di Donato Cimaglia, percussionista di fine scuola jazz.

ROMA – 03/02/99 – M.G. –

Sabelli uno dei talenti più poliedrici dell’attuale teatro italiano, ha ideato un palcoscenico in movimento, una sorta di giostra/spazio temporale che gli permette di presentare sogni differenti in successione… Facendo forza sulle suggestioni visive ideate da artisti come Hopper, Magritte, Klimt, e sfruttando quelle sonore ideate dal vivo dal batterista jazz Donato Cimaglia, “Le stanze dei sogni” diviene una virtuosistica prova d’attore. Sabelli, grazie alla collaborazione di Amedeo Caruso, riesce a far rivivere sulla scena, tra gli altri Amleto, J.L.Borges ed Orson Welles, Athur Schintzler e Frank Sinatra, alla ricerca di un sogno comune…

PORTA PORTESE 12/02/99

Le stanze dei sogni propone un gioco a incastro fatto di sogni d’artista, sogni della grande letteratura e drammaturgia, sogni storici, musicali, pittorici e persino sogni del pubblico, che viene invitato a scriverli su un foglio di carta e a consegnarli all’attore, con l’eventualità che vengano poi letti e rielaborati sul palcoscenico.
La scena è mobile come una giostra, le suggestioni pure. Sabelli chiama in causa onirica Borges, Schnitzler, Hopper, Magritte, Klimt, ma anche Amleto che recita il monologo “essere o non essere” in chiave psicoanalitica, Frank Sinatra che rivive la sua vita come un sogno karmico e Orson Welles che incontra Karen Blixen e rimpiange di non avere avuto tempo per girare un film dal di lei racconto The Dreamers. Con Sabelli alla ribalta il batterista jazz Donato Cimaglia che firma le musiche di questo e suggestivo curioso “One man show” a cavallo dell’inconscio della durata complessiva di un’ora.

CORRIERE DELLA SERA 14/02/99 -Margherita D’Amico

Un universo di sogni violato, deriso, intrappolato in metafore esistenziali raccontato da illustri personaggi: Frank Sinatra, Orson Welles, Arthur Shintzler, Karen Blixen, Lou Andreas Salomè…
Ottimo il lavoro di Stefano Sabelli, artista a tutto tondo (attore, cantante, performer) seducente, accattivamnte, brillante nel continuo imporsi ed esporsi dei suoi protagonisti. Mai un attimo di noia, di insofferenza (…) I suoi Sogni corrono veloci intramati di ricordi, citazioni (Shakespeare, Borges, Stevenson) cullati dalla musica. Beethoven, Strauss, brani jazz e ballate popolari, celebri songs resi immortali dalla voce di Frank Sinatra.

IL TEMPO – 16/02/99 – Carmela Piccone

La scenografia è una giostra che al momento opportuno si ferma per far vivere, in un quadro, l’interprete del nostro arco vitale.. Stefano Sabelli, accompagnato dalle musiche di Donato Cimaglia, riesce a dar vita alla dotta e visionaria esternazione delle nostre coscienze con grande estro imprevedibilità e un pizzico di insana e avvolgente follia, cocktail necessario per interessare e interessarsi all’ego attoriale.

ITALIA SERA -17/02/99 – Paola Aspri

Se Caruso è bravissimo nell’ideare dei veri e propri monologhi che richiamano alla mente riferimenti letterari comuni, spesso anche coltissimi e raffinati, Sabelli è estremamente abile ad evitare il rischio di un lavoro troppo didascalico, fornendo chiavi di lettura immediate e suggestioni profonde, per mezzo di costumi, musiche, luci ed intonazioni vocali differenti. Quando la giostra gira si torna tutti bambini, si aspetta che si apra lo scenario seguente chiedendosi chi vi si troverà, come se si parlasse di amici e di elementi ormai propri dell’immaginario collettivo.
Splendida l’atmosfera marina con il vascello dove al tempo stesso siedono il Corsaro Nero ed Achab, Lord Jim e magari Nostromo, con il rumore del mare che si porta via anche i nostri sogni e le nostre fantasie di bambini e adulti.

IL GIORNALE D’ITALIA 25/02/99 – Gianluca Verlezza

Le stanze dei Sogni potrebbe essere definito una summa dei vari modi di fare teatro. Recitazione classica, musica dal vivo, proiezioni, canto, creano infatti un insieme suggestivo di immagini e atmosfere grazie anche a una scenografia funzionale: una giostra di stanze che ruotano, con cambi a vista, e che impegnano il protagonista a variare velocemente, epoca, sfondo e costume.
In scena i sogni confessioni di personaggi famosi di ieri e di oggi, tra gli altri, Frank Sinatra,Amleto, Borges, Schnitzler, Orson Welles, Andrè Lou Salomè. L’interpretazione di quest’ultima, che appare simile a una bambola meccanica sospesa in aria, è un po’ l’emblema della recitazione eclettica del funambolico Stefano Sabelli.

AVVENIMENTI 11/04/99 – Alma Daddario