Videointervista a cura di Giuseppe Rocco del Quotidiano del Molise
Trascrizione
Giuseppe Rocco: A che punto è secondo Te la “fase 2” così definita da Conte? Parlo naturalmente dal punto di vista medico e psicologico, ovviamente non politico.
Amedeo Caruso: Penso che la cosiddetta “fase 2” sia da gestire con molta attenzione da parte di tutti, specie i giovani, che forse hanno sofferto più degli altri la necessità di muoversi, uscire, incontrarsi, ritrovarsi nei soliti posti di riunione. Credo sia importante sottolineare che, con questa maggiore libertà di movimenti e di uscite e di visite a “congiunti”, il pandemonio pandemico non è finito e se non si sta attenti, rischiamo di fare un buco nell’acqua e di ritrovarci di nuovo con ospedali zeppi di persone ammalate. Anche per quanto riguarda gli studi medici, ho potuto notare che troppe persone non hanno ben capito che bisogna munirsi di mascherine per accedervi, bisogna evitare di affollarsi per fare richieste di medicine che possono tranquillamente essere spedite via email. In questo i giovani dovrebbero attivarsi, per aiutare i nonni e gli zii che hanno meno consuetudine e familiarità con gli strumenti tecnologici che ci consentono di evitare i contatti inutili e i contagi pericolosi.
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