Una recensione psicoanalitica davvero “personale” del giallo napoletano Aglio, olio e assassino di Pino Imperatore

ovvero: Elogio del mio assassino

Tutto è cominciato con una divertita telefonata ricevuta da una mia ex assistita (io preferisco definire “assistiti” i pazienti con me in cura medica o psicoanalitica), la cui psicoterapia ha sortito effetti gratificanti per entrambi, e, nonostante la lontananza geografica, siamo rimasti in ottimi rapporti che coltiviamo via email. Dunque qualche settimana fa, la signora Mavà (la chiamerò così perché era un suo ricorrente e sorridente intercalare) mi annuncia, assai divertita e ironica, che ha appena letto che sono stato assassinato! …in un romanzo giallo, però, si affretta ad aggiungere, insieme al fatto che questo libro viene venduto con appena un paio di euro in più insieme a un quotidiano. Mi augura una buona estate e mi consiglia la lettura, secondo lei piacevole, di questo volume, il cui autore è Pino Imperatore, sul quale mi documento, giustamente incuriosito, con rapidità. In serata trovo subito il libro presso l’edicola più vicina a casa mia. Pur avendo in cantiere questa estate una mole notevole di lavoro, non rinuncio all’intrigante idea di macinare un po’ di pagine di questo voluminoso noir; e, come fanno in genere i lettori “seriali”, controllo subito il numero totale delle pagine, senza provare a mettere a fuoco nient’altro dell’ultima pagina, che in questo caso porta il numero 361. Va bene, mi sono detto, cominciamo col leggiucchiare un pochino e vediamo se la storia mi prende.

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